Rock 'n' roll will never die: una vecchia frase che descrive alla perfezione il concerto dei Kaleo a Milano. Un Fabrique sold out e pieno di pischelli, a riprova che, dopotutto, il ruock evidentemente è ancora vivo e ha un futuro.
Ad aprire le danze ci pensa Júníus Meyvant, cantautore islandese, che riesce benissimo a scaldare il pubblico e a preparalo all'arrivo della band di suoi connazionali.
Il cambio palco rivela la scenografia della serata, un'imponenente parete di roccia che ricorda il vulcano in copertina di Surface Sounds, ultimo disco del quintetto, che naturalmente troverà molto spazio in scaletta. Poco dopo le 21 la band sale sul palco. Il frontman Jökull Júlíusson si presenta così con una camicia glitterata, un cappello da simil-cowboy e una folta chioma mesciata. In linea di massima più che dall'Islanda, sembra venire dal Tennessee, e sembra essere tutto ciò che Jonny Depp avrebbe voluto essere come rockstar (i più maligni invece diranno che è un Gianluca Grignani che ce l'ha fatta).
Chiusa questa parentesi cazzara, è tempo di passare a ciò che conta: la musica. E ragazzi, che voce! I Kaleo si dimostrano una di quelle band che suonano talmente bene da risultare uguali al disco, se non meglio, per quanto possibile. Il live si apre con una bellissima Break My Baby e ci sarà spazio per gran parte dei due dischi all'attivo della band, il già citato Surface Sounds e l'album d'esordio A/B. JJ magnetizza tutti gli sguardi su di lui: coinvolge il pubblico di continuo, parla quasi sempre in un italiano credibile, senza alcuno sforzo apparente. La folla è completamente rapita. Da segnalare I Can't Go On Without You, Brother Run Fast e la nota Way Down We Go. Senza dimenticare la vera chicca della serata: Vor í Vaglaskógi, bellissima cover di una canzone tradizionale islandese, che negli ultimi mesi era stata esclusa dalle scalette del tour.
Ma che sia una serata diversa dal resto del tour è dimostrato anche dal fatto che l'encore è di tre brani, contro i massimo due proposti nelle ultime date. La band è presa benissimo, e si vede. Si chiude quindi con Rock 'n' Roller, con una bandiera italiana che sventola sul palco, i ringraziamenti del gruppo e l'ovazione estasiata della folla.
Qui sotto potete rivivere il concerto attraverso gli scatti di Renato Anelli.