Arrivare al Fabrique di Milano e trovarlo praticamente esaurito è sempre una bella sorpresa quando si parla di concerti di band dark wake/industrial/post-punk. Una di quelle cose che in Italia non puoi mai dare per scontato. E così come non mi sarei aspettato che i Cigarettes After Sex riempissero il Forum di Assago, fino a qualche anno fa non mi sarei nemmeno aspettato che i Molchat Doma (o meglio Molčat Doma) facessero quasi altrettanto con il Fabrique. Certo, parliamo di generi totalmente diversi, ma una costante c'è: TikTok. Entrambe le band infatti sono diventate virali sul social cinese e questo le ha aiutate non poco a riempire i palazzetti di mezzo mondo.

Nel caso della band bielorussa ad essere andato virale è stato il pezzo Sudno (Boris Ryzhyi), che è diventato parte di un trend nostalgico verso le atmosfere post sovietiche. Insomma, ad un concerto dei Molchat Doma in Italia sapete che vi potete aspettare fondamentalmente due tipi di persone: i veri appassionati della new wave e tutto quel filone che viene dagli anni '80 e chi invece magari nemmeno conosce i Joy Division, ma segue tutti i trend di TikTok.
Palco minimal, con qualche laser usato sporadicamente, e vibes da club dark: benvenuti nel mondo della band bielorussa. I tre suonano una canzone dopo l'altra, Kolesom, Ty Zhe Ne Znaesh Kto Ya, III con Egor Shkutko che balla ogni volta che non deve cantare. Ogni tanto ringrazia il pubblico con uno spasiba e via, tira dritto per la sua strada. Un paio di volte ricorda a tutti che vengono da Minsk, quasi come se ancora non gli sembrasse vero che una band proveniente da lì potesse mai avere un successo globale come il loro.

Dal vivo la resa dei pezzi è ottima, sebbene la voce di Shkutko non è che sia esattamente impeccabile. La gente intanto balla ipnotizzata dalle drum machine e dai giri di synth, basso e chiarra di Roman Komogortsev e Pavel Kozlov.
Qualcuno tempo fa aveva detto che i Molchat Doma erano dei Joy Division in versione post sovietica: aveva ragione. Le sonorità sono proprie quelle e sembra davvero di non essere più nel 2024, ma nel pieno degli anni '80.
Per la gioia di chi li ha scoperti grazie a TikTok lo show si chiude proprio sulle note di Sudno (Boris Ryzhyi), accolta da un boato da tutti. Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile pensare che una band che fa dark wave cantando in bielorusso riempisse il Fabrique di Milano, ma per fortuna anche i social hanno i loro lati positivi.
Fotogallery della nostra Maria Laura Arturi: