09 settembre 2025

Lunga vita a Lucio Corsi, il concerto all'Ippodromo di Milano

Basterebbe dire che ad un certo punto sul palco c'erano quattro chitarre elettriche e chi le suonava era intento a fare un bel po' di sana caciara. Questo fotogramma (quei 4 musicisti divertiti e dai look vintage) sembra provenire direttamente dagli anni '70, dai palchi dei T. Rex o Iggy Pop. Qualcosa di ormai lontano nel tempo che Lucio Corsi riesce a ripescare e arricchire con le sue doti di cantastorie contemporaneo, regalando al pubblico un mix di cantautorato e rock and roll curioso, inusuale, fuori da qualsiasi logica discografica attuale, ma profondamento spontaneo, sincero e genuino. E lui sul palco è proprio così, la genuinità con cui parla al suo pubblico, la naturalezza con cui si muove, l'autentica felicità di essere sul quel palco sono disarmanti, e sarà proprio questo il motivo per cui piace così tanto, dai bambini ai più adulti che si sono riservati all'Ippodromo in una sera domenicale di inizio settembre? Prima di questa sua ultima data estiva a Milano eravamo stati agli show a Cappannelle a Roma e al super sold out post-Sanremo all'Alcatraz e anche questa volta l'artista toscano non ci ha delusi.

Lucio Corsi mentre suona un assolo alla chitarra durante il concerto all'Ippodromo di Milano, 2025
Lucio Corsi in concerto all'Ippodromo di Milano, 2025 | Credits: Renato Anelli

Persino il palco è controcorrente. Niente ledwall enormi (ci sono solo i due schermi di ordinanza ai due lati dello stage), niente giochi di luci o effetti pirotecnici, ma come coreografia dei grandi amplificatori e due grandi casse dipinte attorno i quali si schierano una quindicina di musicisti, tra le coriste, i fiati, la tastiera e la batteria. Giocando con il pubblico Lucio entra in scena facendo sbucare da una tenda prima la testa, poi un piede, e poi lo vediamo imbracciare la sua Les Paul e intonare Freccia Biacca, che setta subito le aspettative per le successive due ore: sarà una show pieno d'energia, dal sapore retrò (assolutamente glam), ma con una sua intrinseca poesia.

Lucio Corsi canta sopra i fan al concerto all'Ippodromo di Milano
Lucio Corsi in concerto all'Ippodromo di Milano, 2025 | Credits: Renato Anelli

In scaletta è ben equilibrato il catalogo del cantautore, si passa dall'ormai celeberrima Volevo essere un duro, stampata sulle t-shirt di metà dei presenti, a quella Altalena Boy, uscita ormai qualche anno fa e che probabilmente solo i fan della prima ora si ricordano. Si susseguono momenti più carichi e movimentati, come con Magia Nera, Il Re del Rave e Francis Delacroix, che ogni tanto vediamo comparire e scattare tra i musicisti con la sua fedele macchina fotografica in mano, e momenti più intimi e lenti, in cui Lucio imbraccia la chitarra acustica o si siede al piano per intonare Amico Vola Via, La Lepre o La Ragazza Trasparente. Tra una canzone e l'altra lo vediamo correre verso i suoi fan, scherzare con Tommaso Ottomano e arrampicarsi fino alla cima della scenografia, ad esempio per intonare al pianoforte La gente bassa, una cover del brano dell'amato Randy Newman.

Lucio Corsi fa un binocolo con le mani al concerto all'Ippodromo di Milano
Lucio Corsi in concerto all'Ippodromo di Milano, 2025 | Credits: Renato Anelli

Nonostante 30 concerti che lo hanno portato da nord a sud per tutta l'estate e l'enorme successo che lo ha travolto nei mesi precedenti, Lucio Corsi non ha mostrano segni di cedimento, anzi ha ammesso che lui continuerebbe a suonare, il tour è diventato un po' la sua casa. L'artista toscano è parecchie spanne sopra molti suoi coetanei italiani che riempiono i palazzetti non solo grazie al suo talento, ma anche a tutta l'esperienza maturata in questi anni, in cui ha macinato centinaia di concerti: dalla voce che tiene bene per 28 canzoni, alla semplicità con cui regge un grande palco come quello dell'Ippodromo. Questo menestrello contemporaneo, che sembra uscito da un altro tempo e da un altro luogo, continua a rimanere fedele a se stesso, a seguire la propria moda, a fare semplicemente ciò che sente e vuole, ci dimostra che in un periodo iper saturo da ogni punto di vista, un'alternativa è possibile, ed è la semplicità. E forse è proprio questo il suo segreto.