05 aprile 2024

Ode alla malinconia: il live di Tom Odell all'Alcatraz di Milano

Il racconto del live di Tom Odell all'Alcatraz di Milano

Metti un piano, una voce (e che voce) e una manciata di musicisti: è bastato questo a Tom Odell per conquistare Milano, in un Alcatraz sold-out da mesi. Il cantautore inglese è infatti la dimostrazione lampante, da più di 10 anni ormai, del fatto che per scalare le classifiche a volte può servire solamente uno strumento e tanto talento.

La serata si apre con gli interessanti Wasia Project (band da tenere d'occhio) e prosegue con una playlist molto retrò (Bessie Smith e altri grandi classici di quel periodo). Sono quasi le 21.30 quando un proiettore si accende sul sipario nero calato sopra al palco: "Tom Odell and his band welcome you to the Black Friday Tour" recita la scritta.

Partono le prime note di Loving You Will Be the Death of Me, il telo cade giù e scopre il palco: c'è tutta la band al completo (chitarre, fiati, archi, basso e batteria) e al piano ovviamente c'è lui, Tom Odell. Ed è subito con la seconda canzone in scaletta Can't Pretend che si porta a casa subito la serata: un oceano di smartphone in aria, per immortale una delle hit del disco d'esordio Long Way Down (2013).

Eppure, nonostante si potesse pensare il contrario, non sono solo i pezzi del primo album che catalizzano l'interesse dei presenti. C'è molta partecipazione durante tutto il concerto, che si tratti dei brani tratti da Best Day of My Life (2022) o delle più recenti Parties, Spinning, The End dell'ultimo album Black Friday. E probabilmente è proprio la resa dal vivo della title track uno dei momenti più alti della serata.

Odell è uno che ci mette l'anima quando suona, e questa cosa passa subito a chi lo ascolta. Vocalmente impeccabile, il pianoforte è quasi una sua estensione. È forse per questo che fa persino strano vederlo in piedi col microfono in mano durante pezzi come Grow Old With Me o alla chitarra durante un'intermezzo unplugged per I Know e The End Of The Summer. Una dimensione che sicuramente valorizza l'aura malinconica che caratterizza gran parte della discografia del cantautore inglese: in questo senso la cover di Motion Sickness di Phoebe Bridgers è stata sicuramente una scelta apprezzatissima.

La folla è parte integrante del live, partono spesso urla e cori. A una certa si leva l'immancabile coro di Sei bellissima di Loredana Bertè (ormai un must, come era stato anche per il live di Rosalía), per l'occasione chiaramente declinato al maschile. Lui rimane ipnotizzato, non ha idea di che canzone sia e allora decide di suonarci su e di cantarci sopra, fra le risate di tutto il pubblico.

Si chiude con l'immancabile Another Love, per la gioia dei TikToker e di tutti quelli che sono rimasti affascinati sin dal giorno 0 dalle atmosfere malinconiche e profonde di un artista che ha sempre seguito la propria strada.

Qui sotto trovate gli scatti della serata della nostra Maria Laura Arturi.