17 luglio 2025

Su Marte per una notte: il live dei Black Keys e Jet al Rock in Roma

Quando si arriva all'Ippodromo delle Capannelle dopo un mese dai primi concerti la sensazione che si prova guardando il parterre è quella di assoluto straniamento: dove prima c'erano ciuffi d'erba, adesso troviamo un terreno dissestato, un suolo quasi marziano, molto adatto all'occasione della serata che ci si prospettava davanti. Praticamente due concerti separati, un'ora di Jet e una e mezza per i Black Keys, per gli amanti, puristi, della chitarra in primo piano.

In primo piano il frontman dei Black Keys, Dan Auerbach, mentre canta e suona al Rock in Roma
I Black Keys in concerto al Rock in Roma 2025 | Credits: Liliana Ricci

Sono le 20:30, la maggior parte del pubblico deve ancora popolare il pit del Rock in Roma ma ecco che salgono sul palco, puntuali, i Jet, capitanati dai due fratelli Cester. Si parte con Last Chance e di fila tutti i grandi successi della band australiana, soprattutto tratti da Get Born e Shine On. Quello che sembrava un problema dei primi pezzi, soprattutto di organizzazione di suoni dal mixer di fondo, diventa evidente e a tratti pesante a metà live: il suono della batteria, soprattutto dei tom e dei timpani, è completamente assente, penalizzando anche la resa dei pezzi nuovi come Hurry Hurry. La chitarra solista di Chris, per via dei problemi audio, sembra anch'essa di gran lunga sottotono e dal pubblico non tarda ad arrivare qualche lamentela.

È la hit Are You Gonna Be My Girl che mette tutti d'accordo e fa calmare le acque. Il tempo di questo pezzo è scandito da una bimba di pochi anni, nelle prime file, con degli enormi cuffioni antirumore a cui Nic Cester ha affidato l'arduo compito di reggere e suonare il tamburello. La bambina non sfigura affatto ed effettivamente, quello che colpisce, è che si riuscivano a sentire più distintamente i piattini del tamburello nel parterre che il rullante della band sul palco.

Arriva poi anche il momento tributo con It's a Long Way to the Top (If You Wanna Rock 'n' Roll) degli AC/DC. Si chiude con Cold Hard BitchRip It Up e una cover, emozionata, di Un'avventura di Lucio Battisti, per ricordare le radici italiane dei Cestér. A fine concerto, prima dei saluti, il bassista Mark Wilson, forte della sua maglia della Roma, anno di grazia '92-'93, indica il numero dieci di Francesco Totti, facendo esaltare metà della Capitale giallorossa presente al concerto e prendendosi i fischi di disapprovazione di quella biancoceleste.

I fan dei Jet e Black Keys al Rock in Roma 2025
Il pubblico del Rock in Roma durante il live dei Jet | Credits: Liliana Ricci

Tempo di smontare il palco e una mezz'oretta dopo ecco arrivare il piatto forte della serata, con Dan Auerbach e Patrick Carney. I Black Keys partono a mille con un mashup di tre pezzi tratti dai loro primi due album: Thickfreakness, The Breaks e I'll Be Your Man, settando la serata sui parametri del genere garage-americana. I riferimenti e il lascito di band rock statunitensi degli anni Sessanta e Settanta è pesante ma il gruppo di Akron, Ohio (ci tengono a sottolinearlo quanto più possibile, anche con i bei visual sullo schermo) riesce tranquillamente ad intrattenere il pubblico che intanto, nel pit, aveva raggiunto la sua massima capienza.

Patrick Carney, il batterista dei Black Keys mentre suona al Rock in Roma 2025
Patrick Carney dei Black Keys in concerto al Rock in Roma 2025 | Credits: Liliana Ricci

Gold on the Ceiling fa partire uno dei pogo più pesanti dell'estate romana, Weight of Love, invece, setta ad alti livelli gli standard della quota prog dei loro pezzi. Decisamente di qualità anche Psychotic Girl, il bottleneck alla chitarra di Auerbach rende il pezzo, che è stato sempre suonato poco dal vivo, una chicca per le orecchie. Spazio anche per i due singoli che anticiperanno l'album No Rain, No Flowers in uscita l'8 agosto. Il brano che però colpisce senza distinzioni il pubblico del Rock in Roma è Howlin' for You, con il ritornello cantato anche quando la band esce di scena, prima del bis.

Dan Auerbach dei Black Keys live al Rock in Roma 2025 | Credits: Liliana Ricci
Dan Auerbach dei Black Keys in concerto al Rock in Roma 2025 | Credits: Liliana Ricci

Sull'Ippodromo, quindi, cala il silenzio, calano le luci e arriva la chitarra acustica, che per un gruppo come i Black Keys vuol dire soltanto una cosa: Little Black Submarines. Mancavano nella Capitale da undici anni ma lo zoccolo duro di fan fin dai tempi di El Camino c'è sempre e si vede anche quando si chiude con Lonely Boy e tutti vanno in visibilio.

I Black Keys in concerto all'Ippodromo delle Capannelle per il Rock in Roma 2025
I Black Keys in concerto al Rock in Roma 2025 | Credits: Liliana Ricci

Sarà il suolo accidentato, che in questo mese ne ha vissute tante, anche a livello meteorologico, ma vedere prima i Jet e poi i Black Keys nella stessa serata ha dato una sensazione altra, di vivere due live ben distinti tra loro in un altro pianeta. Diversi sì, ma accomunati dal fatto che fosse, anche per una notte soltanto, la chitarra a mischiare le carte e mettersi automaticamente al centro della scena, a tratti anche in posizione primaria rispetto alla voce. Ce ne fossero di live così, con Cester e Auerbach che si confermano due marziani del rock e ieri sera lo hanno dimostrato nuovamente.