31 marzo 2020

Superorganism @ Locomotiv, Bologna

“Everybody wants, nobody’s ashamed, everybody wants you to know their name” cantano i Superorganism in Everybody Wants To Be Famous denunciando il mito della fama e il desiderio, per citare Andy Warhol, di diventare una celebrità anche solo per 15 minuti. Ironicamente questa stessa canzone, raggiungendo quasi 6 milioni di visualizzazioni su YouTube, ha contribuito ad attirare molte attenzioni su questa band, poi sponsorizzata da Frank Ocean e Ezra Koenig dei The Vampire Weekend. Proprio per questo, l’esordio in Italia dello scorso mercoledì sera con il concerto al Locomotiv di Bologna, è stato probabilmente uno dei più chiacchierati ed attesi degli ultimi mesi.

Ma procediamo con ordine. La serata si apre con i Pi Ja Ma, band indie pop francese, le cui influenze provengono dal dream pop e da sonorità tipiche di gruppi come Beach House e Mazzy Star. Saliti sul palco nella quasi indifferenza generale iniziale hanno presto catturato l’attenzione del pubblico che stava riempiendo il Locomotiv, grazie alla chitarra rarefatta di Alex Concato piena di riverbero e chorus, e alla voce della cantante Pauline de Tarragon che riesce a trasportare tutti i presenti nella magica Parigi di fine anni ’60 con la cover finale della classica Je T'aime...moi non plus, quasi a sottolineare le sue origini francesi, prima di abbandonare il palco.

I Superorganism entrano quindi in scena in un trionfo di suoni, luci stroboscopiche ed eccitazione generale. Quello che salta subito all’occhio è l’effettivo numero di componenti della band. Sono tanti. Ma tanti. Al punto che le contenute dimensioni del palco del Locomotiv, appariranno come un limite nel corso della serata per una band che inevitabilmente fa dell’impatto visivo e della contaminazione audio-video un tratto distintivo. Fin dal primo istante infatti è chiara la ricerca della band di affiancare al synth pop e alle sonorità digitali caratteristiche della loro musica una forte componente estetica fatta di coreografie, luci, sfere luminose, trucchi ed impermeabili colorati. In questo quadro è abbastanza evidente il contrasto con la cantante Orono Noguchi, che nonostante appaia molto decisa sul palco, lascia al tempo stesso trasparire un carattere molto timido, contribuendo a rendere ancora più pittoresco lo spettacolo sul palco, che ha il suo inizio con SPRORGNSM.

In particolare, il contrasto tra l’energia e la vivacità dei coristi in prima linea (Ruby, B e Soul) e l’atteggiamento quasi distaccato di Ororo, sarà qualcosa che accompagnerà l’intero live. Dall’atmosfera più cupa di Night Time fino al pop più acceso di Nobody Cares, ogni brano eseguito è tenuto insieme proprio dalla disparità tra i cori le basi piene di colore e la voce quasi apatica della cantante, con ogni aspetto capace di bilanciare perfettamente l’altro. Dopo aver quindi eseguito l’intero album il live si conclude con Something For Your Mind, probabilmente il singolo di maggiore successo del band, che riesce a coinvolge l’intero pubblico in un coro pieno di entusiasmo e di colori.

Unico lato negativo del concerto è stato probabilmente rappresentato dalla durata, non più di una quarantina di minuti, aspetto chiaramente legato alla discografia della band, composta soltanto da un album di appena 10 canzoni (qui recensito e apprezzato dal nostro Fort). Nonostante sia stata la più classica delle esperienze “brevi ma intense”, essere tornato a casa ben prima di quanto potesse aver fatto Cenerentola ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. La speranza per il futuro è quindi che questa band, dall’esordio italiano così tanto atteso e gradito, possa continuare a sfornare album di qualità, in modo da iniziare ad ambire a concerti più ambiziosi, sia in termini di durata che di location. Le nostre menti non aspettano altro.

Photo credit: @renanelli

Set list:

Sprorgnsm

Night time

It’s all good

Nai’s march

Nobody cares

Reflections on the Screen

Prawn song

Everybody Wants to Be Famous

Relax

Something for Your Mind

Leggi anche la nostra intervista a Ruby!