01 luglio 2022

Tutto ciò che abbiamo visto e ascoltato a Ferrara Sotto Le Stelle 2022

Quando si pensa ai concerti all'aperto e ai festival che animano l'estata italiana, Ferrara Sotto Le Stelle è uno di quei nomi che balzano subito alla mente. Il format proposto è lo stesso del 2021, con 5 serate consecutive (poi scese a 4 visto l'annullamento della data inaugurale del 15 giugno con Giorgio Poi e i BNKR44, che verrà recuperata il 29 luglio al Parco Marco Coletta in colleborazione con SOLIDO e Officina Meca) fatte di un mix di ingredienti sapientemente scelti e riuscite davvero alla perfezione. La location della Nuova Darsena di Ferrara, inaugurata giusto un paio di mesi fa, è una location avanguardista, animata alla perfezione da un pubblico desideroso di riprendersi la libera partecipazione ai concerti che gli era stata tolta negli scorsi mesi.

A dare il via al festival ci he pensato l'artista che ha rappresentato il più grande rimpianto della passata edizione, visto che una giornata di cattivo tempo aveva fatto sì che il concerto venisse annullato. Ad aprire la serata ci ha pensato infatti Matilde Davoli, con brani strumentali/ambient che hanno saputo creare la giusta atmosfera per l'artista principale. Sarà stato proprio l'hype generato dalla voglia del pubblico di poter finalmente vedere dal vivo il loro artista preferito. Sarà stata l'atmosfera da festival senza più le restrizioni che avevano (solo in parte) limitato la scorsa edizione. Sarà stata la scenografia fatta di apparecchiature futuristiche e piante opportunamente piazzate sul palco. Saranno state le teste che ciondolavano a ritmo e l'amore che si respirava nell'aria della Nuova Darsena. O forse saranno stati gli abiti con cui i membri della band si sono presentati sul palco. Venerus non ha inscenato un semplice concerto, ma una vera e propria esperienza mistica. Andrea si muove nell'etere come un'entità immateriale, passando dal piano alla chitarra elettrica e  incantando tutti con le parole e i pezzi pregiati del suo repertorio. Due ore che volano, senza tregua e senza lasciare il tempo di realizzare ciò che ci sta accadendo intorno. Coadiuvato alla perfezione da tutti i suoi compagni di palco, Venerus vuole che il pubblico sia suo compagno di viaggio e tra una ballata di cumbia e una versione lenta acustica di IoxTe il trasporto di ogni presente raggiunge livelli onirici. E come ogni esperienza esoterica che si rispetti non manca la metamorfosi, con la corrente che metaforicamente salta sul palco proprio durante il brano di maggiore successo ad oggi e con tanto di abbandono della veste regale con cui lo spettacolo ha avuto inizio in favore di abiti bianchi candidi. Quella di Venerus è una psichedelica normalità a cui non vogliamo più rinunciare.

La seconda data del Ferrara Sotto le Stelle è invece quella dominata dalla cassa dritta. In un periodo storico dove il corpo degli altri sembra quasi essere diventato il nostro nemico da evitare e la nostra paura principale, ecco che Cosmo invece favorisce come al suo solito il cambio di marcia, inneggiando all’aggregazione più sfrenata in un vortice di ballo, luci e cassa dritta. E in effetti l’atmosfera dominante della serata si rende evidente sin dall’apertura della bravissima Whitemary, che riesce egregiamente a scaldare il pubblico in Nuova Darsena con una musica elettronica di impulso, terapeutica ed esorcizzante. E questo clima non fa altro che esplodere quando sul palco ferrarese sale Cosmo, massimo rappresentante della necessità ardente di tornare a ballare e cantare insieme. Durante le quasi due ore di live, l’artista torinese dimostra ancora una volta la sua capacità di fuggire dai generi tradizionali, decidendo di lanciarsi a capofitto sull’elettronica più pura e ignorando quasi del tutto le regole della composizione “classica” per buttarsi invece su suggestioni elettroniche senza alcuna soluzione di continuità. Il tutto sempre con quella malinconia che a tratti emerge nei suoi brani, uno spleen contemporaneo che unisce i bassi e le casse delle sue produzioni al rapporto con i genitori e all’inizio di storie d’amore. E se mentre ballate vi dovesse anche scendere una lacrimuccia, tranquilli, è del tutto normale.

La terza serata è quella dell'ospite internazionale e tutto il pubblico ha occhi solo per loro: i leggendari The Jesus and Mary Chain, i veri e propri padri del shoegaze. Il palco è spoglio, le luci ridotte all'essenziale. Tra il pubblico, magliette nere di svariate band anni '80 e tagli di capelli punk hanno senza dubbio la maggioranza. Tutte le condizioni per una serata in perfetto stile post-punk/alternative rock sono ottimali. E i fratelli Reid & soci non deludono le aspettative. Il repertorio è di quelli che non hanno bisogno di presentazioni in pompa magna, non sarebbe nel loro stile e il livello dei brani parla per loro. Jim Reid ha tutto ciò che serve per essere definito come il classico cantante post-punk/new wave, caratterizzato da quell'ossimorico immobilismo carico di tensione. La band ripercorre tutti i principali successi che hanno animato la loro carriera e, più in generale, la scena alternative rock della seconda metà anni '80 raggiungendo l'apice nel successone Just Like Honey, il brano che meglio rappresenta lo stile della band, e cantato in duetto con Marta Del Grandi. Proprio l'artista milanese ha avuto l'onore e l'onere di aprire la serata, con i suoi brani metafisici, a metà tra il folk e la musica ambient, frutto del suo girovagare per il globo.

Arriviamo così alla quadratura del cerchio, la quarta e ultima serata. Gli artisti attesi sul palco sono Ibisco e La Rappresentante di Lista. Il primo, seppur sempre considerato "artista emergente", è ormai una garanzia. Riesce a riportare sul palco, tutto quanto di buono riesce a creare in studio, e non è poco. Il pubblico se ne accorge e infatti apprezza. Riguardo invece La Rappresentante di Lista, che dire? Negli anni si sono costruiti, e a ragione, la nomea di una delle band migliori dal vivo che abbiamo in circolazione in Italia. E la loro esibizione in chiusura del Ferrara Sotto Le Stelle, ne è solo un'ulteriore conferma. La scaletta è un mix ben calibrato fra Go Go Diva e My Mamma, con un paio di brani di Bu Bu Sad e la prima esecuzione live dell'ultimo singolo Diva. Il pubblico è completamente rapito dall'abilità di Veronica, Dario e soci di tenere il palco. In chiusura non poteva che esserci la loro hit sanremese Ciao Ciao, titolo perfetto per congedarsi dal Ferrara Sotto le Stelle, in attesa della prossima edizione.

 

Qui sotto la gallery del concerto di Whitemary e Cosmo:

 

Se già avete nostalgia del Ferrara, non temete, ci sono ancora due imperdibili concerti a luglio:

15/07 – The Smile + Robert Stillman
29/07 – Giorgio Poi