Riuscire a cambiare idea o comunque a non rimanere fermi sulle proprie convinzioni si dice sia sinonimo di maturità, ma nonostante questa sia la terza volta che ci troviamo davanti ad un live di Yves Tumor, purtroppo non ci siamo riusciti anzi, le nostre convinzioni sono state confermate. Difficile trovare un artista moderno che abbia una qualità musicale in studio maggiore di Sean Lee Bowie, in arte Yves Tumor. Cinque album: l'ultimo Praise a Lord Who Chews but Which Does Not Consume; (Or Simply, Hot Between Worlds) pubblicato nel 2023, una compilation e l'EP The Asymptotical World.

Nonostante questa carriera alle spalle le difficoltà dell'artista di trasporre sul palco quanto di buono fatto tra le mura di uno studio sono diverse, ne è la dimostrazione questo live nella fantastica cornice del Castello Sforzesco di Milano. Dopo un lungo intro fatto di luci strobo e suoni distorti, sale sul palco assieme alla sua band e subito saltano all'occhio due mancanze rispetto ai live precedenti: la mancanza della bassista Gina Ramirez e del chitarrista Chris Greatti.
God Is a Circle apre le danze con il suo loop di voce ansimante in sottofondo, le chitarre si accendono ed inizia lo show. Show che purtroppo non decollerà mai per colpa di numerosi dettagli. Il suono risulta piatto, ovattato, gli strumenti si mescolano tra di loro rendendo il tutto molto caotico, imperfetto e impastato. È così che brani incredibili con Gospel for a New Century, Echolalia e Jackie scorrono via senza lasciare realmente qualcosa al pubblico. Pubblico che abbraccia tutte le fasce d'età dai più giovani ai più attempati e ci ricorda che la musica di Yves Tumor riesce a toccare chiunque.
Come accennato sopra, questo rimpasto della lineup con il passare del live si sente eccome, Gina Ramirez nonostante la presenza scenica non certo appariscente come quella di Sean, (mascherato per l'occasione e incredibilmente somigliante a Marilyn Manson), comunque riusciva a dare una spinta notevole alla musica con il suo basso che era in grado di trascinare tutto il sound della band. Stessa cosa per quanto riguarda Chris Greatti che si sposava perfettamente con lo stile e il sound glam grazie alle sue schitarrate tamarrissime che danzavano alla perfezione con i fill di batteria; rendendo il tutto molto anni 90'. Brani che nell'ultimo album suonano come delle vere e proprie hit da radio, tipo Meteora Blues, non riescono mai a prendere il largo durante il live, sembra quasi di essere pronti a saltare ma alla fine si resta piantati sui proprio piedi.

Si arriva così alla classica uscita dal palco prima degli ultimi brani dopo l'accoppiata post punk con Operator e Secrecy Is Incredibly Important to the Both of Them. La poca chiarezze delle idee da portare sul palco lo si nota con il brano Kerosene!, canzone meravigliosa con una parte cantata da una voce femminile semplicemente sublime. Nonostante sul palco sia presente ai synth e alla seconda chitarra Yves Rothman, producer e compositore dell'ultimo album di Yves Tumor, quella parte cantata viene brutalmente maltrattata cercando di distorcerne il suono tramite i synth: una scelta davvero sbagliata e grossolana.
Ebony Eye chiude la serata e questo concerto. C'è molto da lavorare per dare il giusto tributo live a degli album che in cuffia suonano tremendamente bene, si potrebbe partire ad esempio dall'impostazione del live stesso. La musica di Yves Tumor abbraccia numerosi generi (post punk, glam rock e neo psychedelia), un'idea potrebbe essere scegliere che tipo di suono portare sul palco e di conseguenza riarrangiare i brani in modo da avere un fil rouge unico e non un'accozzaglia di stili mal rappresentati, per poi passare ad una ristrutturazione completa della band.
Peccato, un'occasione mancata. In attesa di vederlo live di nuovo e finalmente poter dire di aver assistito ad uno spettacolo che un artista di questa caratura è sicuramente in grado di regalare al suo pubblico.
Qui sotto trovate le foto del concerto a cura di Maria Laura Arturi: