27 marzo 2024

Requiem per un sogno spezzato: la storia degli Her's

In memoria degli Her's e della loro storia

Se c'è una cosa che la storia della musica - letteralmente dai classici dei secoli passati ai più emblematici decenni della rivoluzione del soul e del rock 'n' roll -  ci ha insegnato è che il destino sembra avere un'attrazione particolare per specifici soggetti di cui ci innamoriamo perdutamente. Una sorta di espediente di qualche tipo, secondo le cui logiche l'artista prescelto inizia una grande cavalcata verso il successo, spesso lo sfiora con la punta delle dita o addirittura lo abbraccia, ci si inebria per poi finire nella peggiore delle trappole che il destino può tendere. Un po' come il mito di Icaro, ma senza la componente di arroganza e trasgressione, perché è lo stesso destino a decidere di voler essere protagonista della storia, rubando il centro della scena all'artista.

Tra le più recenti di queste storie devastanti, c'è quella degli Her's, di cui proprio oggi ricorre il quinto anniversario dalla loro scomparsa. Oggi più che mai è giusto ripercorrere la loro carriera e rendere giustizia a un gruppo che sarebbe senza dubbio sulla bocca di molti e nelle lineup dei maggiori festival del mondo.

Her's
Credits: Neelam Khan Vela

Gli inizi

Partiamo dal principio. L'ambientazione degli albori della storia degli Her's è Liverpool, città che musicalmente parlando non ha certo bisogno di presentazioni, avendo dato ai natali gruppi del calibro di Echo and the Bunnyman, Frankie Goes To Hollywood e - ma che lo diciamo a fare - Beatles. Generi particolarmente lontani tra loro, a testimonianza della fertilità dell'aria che si respira nel Merseyside.

Per inquadrare il concepimento e la nascita degli Her’s bisogna tornare al 2015, quando uno dei tanti gruppi emergenti si sta facendo notare nella scena del Merseyside: i Sundogs, band i cui gusti musicali sono contaminati da svariati generi: grunge, surf pop, garage rock e molti altri. Ne fanno parte il frontman Brad Stank, il chitarrista James Guile, il bassista Audun Laading e il batterista Stephen Fitzpatrick.

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Gli ultimi due membri, il primo norvegese di Flekkerøy appassionato di elettronica e musica house, il secondo proveniente dalla ridente Barrow-in-Furness dove viveva con la famiglia di musicisti, si occupano sostanzialmente della parte ritmica dei pezzi dei Sundogs. Sono particolarmente legati e trascorrono insieme le giornate alla Liverpool Institute for Performing Art, fondata nientepopodimeno che da un certo Paul McCartney (insieme a Mark Featherstone-Witty), con il dichiarato scopo di aprire una vera e propria fucina di talenti per l'arte in ogni sua forma. Avete presente gli Wombats? Ecco, loro sono usciti da lì.

Non passa molto tempo prima che i due decidano di mettersi in proprio e fondare il progetto Her’s, nome con cui esordiscono alla loro festa di diploma nel 2016. In qualche modo Fitzpatrick e Laading sentono già di poter diventare qualcosa, ma i primi passi sono mossi un po' per scherzo, visto che il divertimento principale del duo è quello di girovagare per Liverpool dopo la mezzanotte a registrare con la videocamera scene di vita che entro le 5 del mattino sarebbero diventate dei video musicali sulla loro pagina YouTube.

Her's storia
Credits: Neelam Khan Vela

La ribalta

Il primo passo ufficiale nella discografia avviene nell'aprile del 2016 quando pubblicano il singolo Dorothy. Futuristico e nostalgico nel tempo stesso, il debutto degli Her's non passa inosservato e gli inviti a esibirsi assieme alle menzioni sulle varie riviste di settore iniziano a fioccare. A tal punto che a furia di suonare sempre in giro, non hanno più il tempo di comporre e registrare nuovo materiale.

Basti pensare che a facilitare la decisione di rimanere un duo, utilizzando una drum machine al posto di un vero e proprio batterista, è stata l'esigenza di potersi esibire senza doverne cercare uno affine ai loro gusti musicali. Tra un impegno e l'altro trovano il modo di pubblicare due dei singoli che diventeranno nel tempo brani amati dai fan e tra i più riconoscibili della band: What Once Was e Marcel.

Nel 2017 arriva così il salto definitivo con la pubblicazione del primo album Songs Of Her's, accolto altrettanto positivamente da pubblico e critica e descritto dalla band più come una raccolta di quello che rappresentava l'essenza e le radici dei due giovani. Ad impressionare sono le linee melodiche che fluttuano tra l'indie imborghesito degli Smiths (il basso di Audun ricorda in modo sconvolgente quello di Andy Rourke) e il dream pop malinconico di Mac DeMarco, con tanti spunti sapientemente inseriti dai successi degli anni '80. La voce di Stephen è camaleontica e all'occorrenza sa essere baritonale e avvolgente oppure squillante e spensierata.

Nonostante il successo e le tante attenzioni e richieste provenienti da ogni direzione, il duo di Liverpool si fa apprezzare per l'autenticità e la voglia di divertirsi attraverso la musica. I due sono tipi svegli, hanno sempre la battuta pronta e una grande autoironia. Il loro aspetto fisico diametralmente opposto facilita la complicità con il pubblico, come dimostrato da interviste ed esibizioni live in radio.

Cosa non scontata, la loro essenza viene apprezzata anche da altre band emergenti che negli stessi anni tentano di farsi strada nel sottobosco densissimo di band che popolano l'Oltremanica (a proposito, ne avevamo giusto parlato con i bdrmm qui).

Ci sono davvero tutti gli ingredienti per fare una grande carriera: la strada degli Her's è spianata verso il successo.

Her's foto storia 2017
Credits: Ryan Jafarzadeh

Trascorrono poco più di 12 mesi e il tempo è maturo per tornare alla carica con il secondo lavoro in studio. Invitation To Her's (2018) è il primo vero album nella accezione progettuale del termine, con un inizio ed una fine ben delineati oltre ad un chiarissimo invito a prendere parte al loro viaggio sin dal titolo del disco. Al suo interno si trovano tutte le anime di Stephen e Audun, dagli ammiccamenti verso gli anni '80 di Paul Weller e Spandau Ballet di Love Beam, al pop colto pescato da Beach Boys e Beatles fino a Burt Bacharach. C'è un percorso e c'è un'attenzione diversa verso i testi e i temi trattati, senza paura di affrontare la realtà con le giuste prese di responsabilità con cui le nuove generazioni sono costrette ad assumersi.

L'ultima traccia del disco è Under Wraps, di nuovo una ballata in perfetto stile Mac DeMarco e Smiths. Un concentrato di rimorsi e di nostalgia che ci cullano in quel limbo tra la malinconia e la riconciliazione con il mondo da una camera da letto a fine giornata. Il brano chiude il disco e inconsapevolmente chiude anche il registro dei brani registrati dalla band facendo assumere, a posteriori, un significato completamente diverso.

Un congedo, quasi.

Her's copertina album
Her's - Invitation to... Her's

La fine

Proprio nel momento di massima ascesa arriva il destino (o qualunque cosa in cui crediate) a chiedere il conto.

La band infatti è da poco negli States per il tour promozionale oltreoceano che serve a sancire il definitivo salto di fama. È notte, l’una all’incirca, il momento migliore per evitare il traffico e spostarsi a bordo di un furgone guidato dal tour manager Trevor Engelbrektson, per percorrere le oltre 350 miglia che separano Phoenix (Texas) da Santa Ana (California).

È proprio in questo preciso momento, dopo che la band raccontava sui social la grande soddisfazione per il successo del tour ormai al termine, che il destino decide di prendersi la scena assumendo le sembianze di un pick-up che viaggia contromano, guidato da un uomo in stato di ebrezza (in seguito verrà rinvenuta una bottiglia di alcolici a bordo del pick-up) a velocità sostenuta. L’impatto è di quelli che non lasciano scampo. Zero superstiti. Spazzato via tutto ciò che era, stava per essere e sarebbe stato, con la stessa facilità con cui si passa la mano su un oggetto rimasto immobile per mesi per rimuovere la polvere che ci si è accumulata sopra. In un solo, fottuto, attimo.

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Per non dimenticare

Icaro, dicevamo in apertura. Storie che probabilmente non fanno che aumentare le domande e la curiosità verso stelle che hanno brillato e, cessando di brillare, hanno lasciato il ricordo nostalgico di noi di una luce che non rivedremo mai più. In nessun modo.

Gli Her's sono stati - continuano ad essere - un grandissimo duo, che con quella voglia matta di fare musica e autenticità aveva saputo ritagliarsi già un posto nel panorama musicale. E avrebbero raggiunto l'apice. Probabilmente il mondo non era ancora pronto. Quello che è certo è che sono stati strappati da questo mondo troppo presto.

Intanto gli ascolti su Spotify crescono e in qualche modo è bello vedere che l'attenzione nei loro confronti non è svanita, ma stiano continuando ad entrare nelle cuffie di milioni di persone.

Dopo la loro morte, è apparsa su YouTube una versione live di quella che sarebbe stata la canzone con cui sarebbero tornati a strettissimo giro. La potete ascoltare qui.

Lunga vita agli Her's.

Her's foto storia
Credits: Neelam Khan Vela