18 marzo 2024

10 canzoni dei 1975 da ripassare prima del live al Forum di Milano

Le 10 canzoni dei 1975 da riascoltare prima di rivederli live in Italia al Forum di Milano

C'è chi pensa che i 1975 siano una delle band più cool in circolazione e chi mente. Per sintetizzare la loro coolness (usare questa parola è d'obbligo) basti pensare alla loro foto sul red carpet dei Brit Awards del 2019: semplici, ma allo stesso tempo sofisticati nei loro impeccabili completi neri, elegantissimi, raffinati, tremendamente british.

Se siete ancora tra quelli che pensano che Matty Healy, George Daniel, Adam Hann e Ross MacDonald siano una band per ragazzine, siamo lieti di contraddirvi. Nell'arco di 5 album pubblicati in 10 anni, infatti, i 1975 non solo hanno dimostrato sempre più versatilità e maturità nell'approccio a ogni singolo nuovo lavoro, ma anche di essere tra le penne migliori della loro generazione.

Se con il magistrale pop del debut album The 1975 e con il successivo I like it when you sleep, for you are so beautiful yet so unaware of it si sono fatti portavoce della nostra giovinezza, con gli altri dischi pubblicati hanno sperimentato con i generi e allargato l'orizzonte delle loro tematiche, trattando disparati temi cari sia ai Millenials che alla Gen Z. La costante rimane la lucidissima scrittura del carismatico, discusso e costantemente in bilico tra genio e sregolatezza frontman Healy: graffiante, ironica, sublime. Testi apparentemente semplici nascondono accostamenti di parole colte, immagini tremendamente reali e situazioni sociali attualissime. Ma testo e musica sono solo una parte del grande tutto chiamato The 1975. La band infatti è attenta ad ogni minimo dettaglio che la riguarda: le copertine, i video, le foto, i post sui social, lo styling, la produzione dei tour, ogni singolo elemento è calibrato esteticamente al millimetro per essere in perfetta armonia con tutto il resto e il risultato non può essere che coolness allo stato puro.

Con premesse del genere, il ritorno in Italia di Matty Healy e soci è di quelli da non perdere. E quindi, per prepararvi al live del 19 marzo al Forum di Milano, vi abbiamo selezionato 10 brani della loro discografia da ripassare assolutamente.

1975 milano
The 1975

Sex (The 1975, 2013)

Come ribadito poco fa, i brani di Matty Healy non sono esattamente di facile comprensione: testi ironici, contraddittori e pungenti, intrisi di black humour e contorte critiche alla società. Parole ambigue che si amalgamano a sonorità romanticamente dance e synth-pop, facendo di questo aspetto il loro marchio di fabbrica. Un gusto per l’eccesso che in realtà agli esordi della band non era ancora così esplicito a livello lirico, nonostante apparisse già evidente come i 1975 vivessero ugualmente degli slanci, degli affanni, delle paure e dell'ambizione del loro frontman. In un'epoca che ha sempre più ammainato la bandiera dell'originalità, Matty Healy e co. hanno fin da subito fatto dell'incrocio dei loro modelli estetici e ideologici il loro stile inconfondibile. E Sex per certi versi ne è proprio un primo manifesto. Il brano, che a livello di produzione si poggia su sintetizzatori minimali, riff di chitarra saturi e una batteria martellante, esplora temi universali legati all'angoscia adolescenziale, al sesso e all'infedeltà, intriso di una teatralità che fin da subito accende le luci sullo stesso frontman della band, tanto divisivo quanto carismatico. Il brano esordisce proprio con “And this is how it starts”, e noi siamo ancora qui a parlarne. - Renato Anelli

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Robbers (The 1975, 2013)

Diventare iconici sin dal debutto non è cosa da tutti, ma l'omonimo primo album dei 1975 è da subito diventato uno di questi dischi imprescindibili per la propria collezione. Tanto per il suono quanto per ciò che Matt Healy e soci hanno da subito mostrato di volerci raccontare. Il brano, che probabilmente riassume al meglio chi fossero allora e chi sarebbero diventati, è Robbers. Ispirato alla pellicola True Romance, scritta da Quentin Tarantino e diretta da Tony Scott, il pezzo parla di una storia d'amore tossica in cui due amanti non riescono a fare a meno l'uno dell'altro, finendo per distruggersi reciprocamente ed essere causa ognuno del male dell'altra metà. Una ballata malinconica in cui a farla da padrone sono le chitarre distorte che si intrecciano ai versi disperati di Healy: la ricetta perfetta per un brano che si prospetta essere uno dei più partecipati dal pubblico dal vivo. - Enrico Baroni

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Somebody Else (I like it when you sleep, for you are so beautiful yet so unaware of it, 2016)

Se cercate una canzone da rottura, eccola qui. Quell'inizio, quel maledetto inizio con quelle parole pronunciate quasi timidamente ti entrano nelle orecchie e ti spezzano il cuore: So I heard you found somebody else. In Somebody Else si abbandonano le atmosfere festose e caciarone dei tre singoli che, prima dell'uscita del loro secondo album, lo hanno preceduto (Love Me, UGH! e The Sound) e si abbracciano sonorità pop più malinconiche e notturne, come le atmosfere del video che lo accompagna (con tanto di citazione lynchiana all'inizio). I sintetizzatori la fanno da padrone aprendosi e liberandosi nel ritornello, che non è altro che una sintesi di ciò che tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita: I don't want your body / But I hate to think about you with somebody else. La caratteristica di questo brano è forse la semplicità, la sua immediatezza lo fa arrivare a tutti fin dal primissimo ascolto. Lo stesso Healy ha dichiarato a riguardo: "It was so easy and simple to write. It’s about heartbreak, guilt and shame. Everyone can relate to that". - Maria Vittoria Perin

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The Sound (I like it when you sleep, for you are so beautiful yet so unaware of it, 2016)

Pop at its best, si può dire? Anzi troppo pop, parole della stessa band, tanto che, nonostante fosse pronta da ben prima dell'album del 2016, non fu considerata per l'album di debutto. The Sound è il fiore all'occhiello dei 1975 grazie a un ritornello tremendamente orecchiabile ed accattivante e alla graffiante penna di Matty Healy. Il brano fin dall'incipit, con quel coretto in crescendo, è un concentrato giocoso e gioioso di puro synth pop che esplode in un ritornello semplicissimo e disarmante (And I know when you're around 'cause I know the sound, I know the sound of your heart). Non è solo la sonorità che ha colpito e conquistato orde di ragazzine con le magliette con il profilo del rettangolo, ma anche appunto il guizzo delle parole del tanto chiacchierato frontman. Il tema è abbastanza universale e molto presente nella prima parte della loro discografia, ma nonostante il ritornello romantico, questa è una relazione molto concreta e autobiografica condita da diverse frecciatine esplicite, la più bella forse è: And we left things to protect my mental health, but you'll call me when you're bored and you're playing with yourself. La bravura lirica di Healy, che tanto ritroveremo nei dischi successivi, si nota anche nell'accostamento di parole improbabili e sofisticate, una goduria per l'orecchio, un verso su tutti: A sycophantic, prophetic, Socratic junkie wannabe, perfetta sintesi del Matty bello e dannato del 2016. - Maria Vittoria Perin

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Give Yourself a Try (A Brief Inquiry into Online Relationships, 2018) 

Dalla pagina Wikipedia di Give Yourself a Try si legge che il brano parla della crescita, del migliorarsi, del riconoscere gli errori del passato mettendosi alla prova rimanendo sempre se stessi. Praticamente una seduta di terapia in poco più di 3 minuti. Con questo singolo inizia un nuovo interessante capitolo per i 1975, nonchè il momento in cui abbiamo tutti pensato che Matty Healy fosse entrato nella sua My Chemical Romance Era. Con A Brief Inquiry Into Online Relationships la band fa un grosso passo in avanti, si scrolla di dosso (l'apparente) allure di band da ragazzine, aprendosi e esplicitando nei propri testi una serie di tematiche più attuali e sociali. Questo potrebbe essere il brano perfetto per noi trentenni in crisi d'età. In un loop incessante di batteria elettronica e chitarra elettrica distorta si stende un monologo sincero e aperto su ciò che significa essere dei giovani adulti al giorno d'oggi: When your vinyl and your coffee collection is a sign of the times. Potremmo definirla un'impietosa corsa ad ostacoli tra tappe simboleggiate con diverse età (16, 2, 27 e 29 anni), i primi capelli grigi e la consapevolezza che il whiskey avrà sempre un saporaccio. Healy e la band si chiedono che consigli dare ai loro se stessi più giovani e la risposta non può essere che una sola: just give yourself a try. - Maria Vittoria Perin

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TOOTIMETOOTIMETOOTIME (A Brief Inquiry into Online Relationships, 2018) 

Uno scioglilingua mascherato da singolo, vi sfidiamo a non incartarvi almeno una volta cantando il ritornello. Fin dalla prima nota il ritmo allegro e upbeat ci fa prendere benissimo facendoci alzare le spalle a tempo e tenendo il conto con le mani, prima si alza l'indice, poi il medio e a seguire tutte le altre dita: I only called her one time, maybe it was two times, don't think it was three times, can't be more than four times. Nonostante la nostra voglia di ballare, il tema che si cela dietro questo brano è quello dei tradimenti al tempo di internet, tra bugie e post Instagram tattici. Più in generale, come confidato dallo stesso Healy durante un'intervista ad Annie Mac, TOOTIMETOOTIMETOOTIME è una riflessione sulle difficoltà del dating nella società contemporanea. A tal proposito il titolo è un gioco di parole lasciato all'interpretazione del singolo: TOO TIME? ME TOO? ME TOO TIME? può alludere contemporaneamente al movimento Me Too, al narcisismo dilagante e alla costante ricerca d'attenzione sui social. - Maria Vittoria Perin

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People (Notes on a Conditional Form, 2020)

Il singolo che spiazzò i fan dei 1975. Dopo il monologo di Greta Thunberg fu il secondo singolo di presentazione di Notes On a Conditional Form e ricordo ancora le prime reazioni a caldo tra la mia cricca di amici: "WTF", "cosa ho appena ascoltato?", "ma che cazz", "perchè Matty Healy assomiglia a Marylin Manson?". Play dopo play però quel ritmo martellante  e incessante di chitarroni e batteria ridotti all'osso ti entra in testa e in un battere d'occhio ti ritrovi a saltare sul letto come una vera rockstar e sbraitare a pieni polmoni "Stop fucking with the kids". Il singolo è l'apoteosi della versatilità della band, capace di spaziare dal pop super catchy anni '80 al folk intimista, passando appunto al rock duro e urlato in cui la band ha sfogato diversi temi molto attuali, basti citare il cambiamento climatico (It's Monday morning and we've only got a thousand of them left), il conservatorismo (my generation wanna fuck Barack Obama) e il gap generazionale (The young surprise people). Il testo, le tematiche, il suono aggressivo e, ciligiena sulla torta, il video coloratissimo e schizofrenico ci portano istintivamente ad alzare prepotentemente il dito medio e a sfogare tutta la nostra rabbia in due minuti e 40 d'odio, come direbbe Orwell.  - Maria Vittoria Perin

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If You're Too Shy (Let Me Know) (Notes On A Conditional Form, 2020)

All'interno di Notes On A Conditional Form, troviamo anche uno dei singoli di maggiore successo della storia recente della band: If You're Too Shy (Let Me Know). Nell'era dei social network e delle relazioni nate sulle app di incontri, il brano tratta il tema degli incontri online e del sesso attraverso gli schermi dei nostri amati smartphone. Un perfetto saggio di pop anni '80, con un ritornello molto orecchiabile, fatto apposta per scatenarsi dal vivo. Gran bel pezzo e ottima scelta stilistica per fare centro per l'ennesima volta. - Enrico Baroni

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Happiness (Being Funny In A Foreign Language, 2023)

Passiamo così al 2023, anno di uscita del quinto album della band, Being Funny In A Foreign LanguageUn disco nato in piena pandemia, con produttori cambiati al volo (Jack Antonoff ha preso il posto di Bj Burton in regia). Ed Happiness è sicuramente uno dei brani del disco dove più si sente l'influenza del produttore americano. Una canzone in pieno stile 1975 (e quindi con forti rimandi all'immaginario sonoro degli anni '80), ma con un sound rinnovato, come se fosse un mix fra una canzone della band di Healy e una dei Bleachers. Se il primo singolo Part of the Band aveva spiazzato i fan dei 1975, Happiness li ha sicuramente rassicurati.

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Oh Caroline (Being Funny In A Foreign Language, 2023)

Vi è mai capitato di attraversare periodi interi in cui incarnate il prototipo di persona non sottona? Di quelli che si innamorano di rado, che non cedono neanche un minuto del proprio tempo o un briciolo della propria indipendenza durante qualsiasi forma di situationship? That's so typically me, finché non mi ritrovo ad arrossire sotto lo sguardo di qualcuno quando meno me l'aspetto. In quel caso procedo a struggermi come farebbe qualsiasi altro comune mortale (o forse anche peggio) colpito inavvertitamente dalla freccia di cupido. Oh Caroline descrive alla perfezione il cedimento in favore dei sentimenti, l'arrendersi davanti all'accaduto, con i versi  Getting suicidal? / It's honestly not for me / I'm gettin' on my nerves by gettin' on my knees. Il pianoforte è il protagonista indiscusso della traccia (quale strumento migliore per blessare una situazione tormentata?). Un brano che distanzia stilisticamente la band dai più conosciuti singoli che risalgono agli esordi, rapisce immediatamente l'ascoltatore e lo costringe a fare i conti con le proprie emozioni. Una canzone d'amore indie pop come se ne ascoltano tante alla radio, eppure risulta tutt'altro che banale, forse perché schietta fino a fare quasi male fisicamente. - Martina Pagliara

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