12 giugno 2025

Il rock anni '90 ha nuova vita con i Wunderhorse a UNALTROFESTIVAL

Si continua a dire da almeno trent'anni ,se non di più, che il rock è morto: poi, ciclicamente, spunta fuori una nuova band che fa ricredere anche i più scettici. In questo caso specifico sono i Wunderhorse, la next big thing dell'alternative rock made in UK che si ispira smaccatamente alle sonorità post-grunge della metà degli anni '90, adattandole ai giorni nostri.

L'energia del frontman dei Wunderhorse live a Milano
Il frontman dei Wunderhorse, Jacob Slater, in concerto alla preview di UNALTROFESTIVAL 2025, Circolo Magnolia, Milano | Credits: Emanuele Tixi Palmieri

Il Circolo Magnolia è sold out - o meglio, il palco piccolo - per questa preview di UNALTROFESTIVAL 2025 che vede protagonista Jacob Slater e soci. I quattro musicisti inglesi avevano aperto lo scorso 4 novembre il concerto all'Alcatraz dei Fontaines D.C. e quel live deve aver fatto guadagnare una bella fetta di nuovi fan della band, e non c'è da stupirsene: i Wunderhorse dal vivo ci sanno fare, se non altro per quello che riguarda la musica suonata - e grazie tante, direte voi. Strumentalmente ineccepibili nei loro suoni distorti e sporchi, sono crudi e arroganti al punto giusto.

Chiudendo gli occhi mentre si ascoltano pezzi come Midas, Cathedrals e la bellissima Butterflies sembra quasi di essere tornati agli anni '90, con molte sonorità che ricordano le band di Seattle dell'epoca, ed altre che invece riportano ai Radiohead di The Bends.

Il pubblico assiste al concerto dei Wunderhorse al Circolo Magnolia
Il pubblico dei Wunderhorse a UNALTROFESTIVAL 2025, Circolo Magnolia | Credits: Emanuele Tixi Palmieri

I Wunderhorse sono una band plug-and-play, e ieri sera lo si è capito fin da subito: saliti sul palco dopo aver fatto partire dalle casse Wouldn't It Be Nice dei Beach Boys (un giusto tributo per la recente morte del geniale Brian Wilson, scomparso proprio ieri), hanno attaccato a suonare, e fra una canzone e l'altra non hanno letteralmente mai proferito parola, se non per un "thank you" al volo in oltre un'ora di concerto. Tanto che, fra un pezzo e l'altro, si creano molte pause morte mentre accordano gli strumenti, sempre senza dire nulla.

Ma francamente, permettetemi il francesismo, sticazzi: la qualità della musica è ben oltre la media e se continueranno così, non sarei sorpreso di vedere i Wunderhorse sfondare davvero.

Fotogallery a cura di Emanuele Tixi Palmieri.