"Sono così grato di essere tornato a fare ciò che amavo. È sempre quando perdi ciò che ami, che capisci quanto quello che avevi fosse importante per te".
Non posso non ripensare a queste parole che The Tallest Man On Earth mi ha detto poco tempo fa durante un'intervista, vedendolo sul palco del Fabrique di Milano. Ha esattamente l'aspetto di un'artista che è veramente felice di esibirisi per un pubblico, anche se la data è tutt'altro che sold out. Questo si capisce fin da subito, dal suo ingresso sul palco: saltella come un grillo, sorride a 32 denti, va a prendersi l'ovazione da ogni lato della sala. Poi imbraccia il suo mandolino e attacca con The Wild Hunt.
Finito il pezzo, sale sul palco il resto della band: batterista, bassista, chitarrista/pianista. Si continua così con Sagres e con Every Little Heart e altri brani tratti dall'ultimo disco Henry St.. La resa live è molto riuscita, ma del resto non è una novità la bravura di Kristian Matsson, quando si tratta di esibirsi dal vivo. Gran parte del concerto è dedicato al suo ultimo disco, com'è naturale che sia. Il pubblico è attento, silenzioso, ma esplode in fragorosi applausi e urla alla fine di ogni canzone.
"Grazie davvero di cuore, non so neanche come esprimere la mia gratitudine per essere qui stasera davanti a voi" dice emozionato. Non è una frase fatta, lo si avverte nel trasporto della sua voce il fatto che creda con tutto se stesso a ogni singola parola pronunciata. Il concerto continua con il cantautore svedese che continua a cambiare strumenti: mandolino, chitarra elettrica, chitarra acustica, piano. Ad una certa una ragazza urla "Happy Birthday!", Kristian la sente, le chiede perchè. "Perchè a mezzanotte farai 40 anni!" urla lei in risposta. Lui rimane colpito, la ringrazia di cuore. E aggiunge scherzando che quella stessa sera fanno gli anni anche Mac DeMarco e Justin Vernon: "Oggi festeggia tutta la musica indie!" esclama ridendo.
Il live prosegue, la sua voce si staglia sopra tutti gli strumenti con il suo tipico timbro che dà sempre ricorda vagamente quello di Bono Vox. ll live si chiude con la bellissima The Gardener, poi arriva il momento dell'encore con una Foothills suonata a piano, voce e chitarra. Chiude la serata The Dreamer, e Kristian per cantarla scende dal palco, camminando in mezzo alla sala. Un bellissimo modo per salutare il proprio pubblico, in attesa della prossima volta.
Qui sotto trovate gli scatti della serata di Maria Laura Arturi.