02 luglio 2023

Liam Gallagher e Black Keys agli I-Days: come salvare il rock in due modi diversi

I cori da stadio, i bengala e così tante maglie del Manchester City, che sembra di stare all'Etihad Stadium: il live di Liam Gallagher agli I-Days Milano è stato questo e molto altro. Una giornata afosa e intensa, iniziata con i Nothing But Thieves e continuata con l'atteso ritorno dei salvatori del blues, i Black Keys. Ma andiamo con ordine.

I Nothing But Thieves ci accolgono nella loro Dead Club City

L'ippodromo Snai la Maura si sta ancora riempiendo quando salgono sul palco i Nothing But Thieves. La pioggia e il fresco della giornata precedente con Travis Scott ha lasciato spazio al solito sole che spacca le pietre. Conor Mason e soci attaccano subito con la loro nuovissima Welcome to the DCC, mentre sullo schermo appare la copertina del loro ultimo disco Dead Club City, uscito da neanche 48 ore. È la prima volta infatti che la band inglese suona dopo la release del nuovo album. Ormai i Nothing But Thieves sono una certezza: da quando li avevamo visti a Roma nel 2015 in apertura ai Muse, passando per i loro live al Biko e Fabrique di Milano, i cinque ragazzi inglesi ormai hanno trovato il loro posto nella scena. La voce di Conor è una potenza della natura e nei primi pezzi non viene messa in risalto dalle casse come meriterebbe. Ma in fondo questo è il destino delle band di apertura ai festival: gli speaker vengono tirati al massimo sempre più tardi. I 14 brani del set sono equamente divisi fra gli ultimi 3 album della band con in aggiunta la chicca Trip Switch dal loro disco d'esordio. È con Unperson e I Was Just a Kid che la folla nel pit inizia veramente a scaldarsi, ma è solo con la finale Amsterdam che il pubblico prende vita e inizia a ballare e saltare.

Nothing But Thieves live I-Days Milano 2023

In missione per conto del blues: i Black Keys

Chi ha detto che il blues è morto? I Black Keys sono più vivi che mai e il duo composto da Patrick Carney e Dan Auerbach lo ha dimostrato. I Got Mine, Your Touch e Tighten Up aprono il set: la voce di Dan, nonostante qualche calo dovuto ad un'acustica non sempre perfetta, si mantiene sugli standard dei tempi d'oro (anno di grazia 2014 con Turn Blue, per capirsi) e Carney è il suo fedelissimo alleato in questo (anche se attacca in ritardo il ritmo sulla prima strofa di Gold On The Ceiling; non te lo perdoneremo mai). Poi c'è spazio per una cover che sa tanto di passaggio ideale di testimone. Da una generazione, quella di Richard Berry alla "nuova": i Black Keys che suonano Have Love, Will Travel sono una meraviglia per gli occhi e le orecchie. Everlasting Light e Next Girl (seppur quest'ultima più indie-rock) sono i due manifesti del blues revival delle "chiavi nere", mentre Fever è sembrata un po' scarica. Il finale, poi, è tutto da vivere: Weight of Love è clamorosa, l'assolo di chitarra finale è il raggiungimento del Nirvana, come anche la parte acustica di Little Black Submarines, che ci ha fatto emozionare (e non poco). Peccato solo per la transazione alla parte elettrica, veramente troppo lunga che spegne un po' il climax costruito. Se ve la aspettate come in studio, siete fuori strada. Si chiude ballando, con Lonely Boy. Saremmo rimasti ad ascoltarli per un'altra ora, senza problemi. I Black Keys hanno salvato il blues? Ai posteri la sentenza. Ma sicura con loro, è in esperte e salde mani.

The Black Keys live I-Days Milano 2023

Liam Gallagher: l'ultrà da stadio di cui la musica ha bisogno

 

CAMPEONES, CAMPEONES, ALÉ ALÉ ALÉ

Si apre con questa intro da stadio per la vittoria del triplete del Manchester City il live di Liam Gallagher. Ormai sono anni e anni che RKid ci ha abituati a concerti che sono influenzati pesantemente dal mondo del calcio. E quindi nel pubblico è scontato scorgere centinaia e centinaia di maglie da calcio del City, bengala accesi e persino una bandiera che festeggia lo scudetto del Napoli (anche se sinceramente ci deve essere sfuggito il nesso fra quest'ultimo e Gallagher). Finito il momento calcistico auto-celebrativo, parte l'intro di Fucking in the Bushes degli Oasis, mentre Liam e la sua band salgono sul palco. E la partenza è a 100 all'ora con una doppietta micidiale: Morning Glory e Rock 'n' Roll Star. Chiudi gli occhi e pensi di essere alla fine degli anni Novanta, quando gli Oasis dominavano il mondo. "Is there any Oasis fan in the house?" sarà infatti la frase più usata dal frontman durante tutto il concerto.

Qualche problema di voce lo si inizia a notare con Wall of Glass, soprattutto dopo il terzo ritornello. Inverosimilmente a come invece ci ha sempre abituati, chiede scusa al pubblico per una voce non al meglio. Una volta avrebbe preso e se ne sarebbe andato dal palco, sbattendosene di tutto e tutti. Che sia la saggezza della vecchiaia? E probabilmente anche due anni fa non sarebbe riuscito a completare il set, che comunque viene leggermente rimaneggiato e accorciato (ha suonato un'ora e dieci scarsa, ed è riuscito a battere il live dei Red Hot Chili Peppers al Firenze Rocks '22). Dopo la dimenticabile Better Days, arriva Why Me? Why Not con uno snippet di Come Together alla fine (che non ce li vuoi infilare sempre i Beatles a un live di Liam?) e la tripletta di hit che fanno definitivamente scaldare il pubblico: Stand by Me, Roll It Over e Slide Away (quest'ultima, probabilmente, è stata la migliore performance della serata). More Power e Diamond in the Dark presentano, invece, le sonorità dell'ultimo album (C'Mon You Know), mentre The River (eccezionalmente con il figlio Gene alla seconda batteria) e Once ci ricordano come Why Me? Why Not sia stato un album di tutto rispetto.

Si chiude (presto) con la doppietta Cigarettes & Alcohol e con l'eterna Wonderwall, ma non prima di aver gettato un po' di benzina sul fuoco chiedendo: "Is there any Inter fan in the house?" beccandosi fiero i fischi degli interisti, prima di ringraziare di cuore i tifosi del Milan per il loro incredibile supporto. E infine la dedica alla luna (a questo giro non proprio Blue) prima della gran chiusura con Champagne Supernova. Il classico degli Oasis segna l'apoteosi della giornata e bisognerebbe avere un bidone dell'immondizia al posto del cuore (cit.) per non commuoversi.

RKid sa ancora dire la sua.

Liam Gallagher live I-DAYS 30 06 2023

Live report scritto da Andrea De Sanctis e Giovanni Maria Zinno.