In Italia non crediamo molto alla meritocrazia, e d’altronde non c’è da biasimarci: chi ha talento spesso deve andarsene per essere valorizzato quanto merita. Vale praticamente per qualsiasi campo, musica inclusa. Eppure ci sono le eccezioni a questa infelice regola: è il caso dei Post Nebbia, una delle band più fighe che abbiamo in Italia (e ve lo diciamo già da anni), che nonostante non abbia mai ricevuto favoritismi da nessuno, grazie alla gavetta si è “guadagnata con le unghie e con i denti” il diritto di stare sul palco dei Magazzini Generali di Milano, come dirà lo stesso Carlo Corbellini verso la fine del concerto.

I ragazzi veneti di strada ne hanno fatta, e non è un caso che la venue sia esaurita. Che poi, questa ossessione dell’industria discografica per i sold out ha anche un po’ rotto, ma è bello sottolinearla quando si ha a che fare con una band che si è fatta il culo.
E passare dalla Santeria Toscana dell’ultimo tour (qui il nostro live report) ai decisamente più capienti Magazzini Generali è senz’altro un bel passo avanti. Certo, forse non per l’acustica, e spiace dirlo perché quello di ieri sera è stato - a livello di qualità audio - uno dei peggiori concerti sentiti lì dentro. Non so se fosse dovuto a problemi tecnici o un fonico che soffrisse di otite, ma purtroppo gran parte dell’inizio del concerto è solo stato fracasso. Ed è un vero peccato, perché Corbellini e soci dal vivo danno il meglio di loro. E quindi, non riuscire a distinguere le parole del frontman, mentre gli strumenti si mischiano tutti nel mix creando una pasta fangosa non è stato proprio il massimo.

Casini legati all’acustica a parte, i Post Nebbia hanno comunque portato a casa la serata alla grande: da pezzi come Pastafrolla, Piramide e Io non lo so dell’ultimo album Pista Nera, che dal vivo rendono benissimo, passando per i vari Cristallo metallo e Cuore semplice di Entropia Padrepio a Televendite di quadri e La mia bolla di Canale Paesaggi. La folla è presa benissimo, ogni tanto partono sing-along e battimani, mentre sottopalco si poga e si balla, tanto che lo stesso frontman decide di chiudere il concerto con un bel crowd surfing.
Alla fine è anche da questo che riconosci le band che davvero sono nate per stare su un palco: il suono è una merda? Beh, loro tirano dritto, e nonostante tutto riescono a far divertire ed emozionare tutti i presenti. Il prossimo tour passerà per il Fabrique o l’Alcatraz? L’impressione (e l’augurio) è che la strada sia quella.
Ah, una bella cosa da sottolineare: il Pista Nera Club Tour è a impatto zero - verranno piantati 100 nuovi alberi in un’area della Val di Fiemme in Trentino distrutta dalla tempesta Vaia del 2018 per compensarne le emissioni. Nell’estate 2025 la band farà un concerto intimo in montagna, proprio dove nascerà questa area boschiva. Ogni biglietto venduto per questo evento contribuirà a piantare un albero in più, rendendo il tour non solo a impatto zero ma anche positivo per l’ambiente. Le informazioni sul concerto saranno inviate agli iscritti alla newsletter di Dischi Sotterranei.
Qui sotto le foto del concerto della nostra Maria Laura Arturi: